L’intellectual property è un argomento che sta molto a cuore agli startupper che, molto spesso, non sanno come tutelare il patrimonio di proprietà intellettuale della startup.
Il diritto, non sempre si muove alla stessa velocità del progresso tecnologico messo in atto dalle aziende e dalle startup.
Si tratta di una materia in continua evoluzione, per questo è necessario rivolgersi ad un esperto del settore per fugare ogni dubbio e prendere la scelta adeguata alla propria situazione.
Oggi approfondiremo gli aspetti salienti dell’intellectual property con l’avvocato Michela Belnudo, che ci aveva già parlato della compliance normativa.
Ciao Michela, puoi spiegarci cosa si intende per intellectual property?
In diritto, quando parliamo di proprietà intellettuale ci riferiamo a tutti quei principi giuridici che tutelano i frutti dell’inventiva e dell’ingegno umano, ovvero tutti quei beni immateriali che nascono dalla creatività umana; pensiamo alle opere artistiche, alle invenzioni industriali, ai marchi ecc.
È nel moderno concetto di proprietà intellettuale che si collocano il diritto di autore (che protegge le espressioni artistiche), il diritto dei brevetti (che protegge le nuove idee) e il diritto dei marchi (che protegge i simboli finalizzati a distinguere le varie aziende).
La proprietà intellettuale offre, quindi, un diritto di esclusiva sui propri beni immateriali.
Cosa si rischia a scegliere di non tutelare la propria idea? Che cosa tutela il diritto di proprietà intellettuale?
La legge fa sì che gli ideatori di un’idea o creazione abbiano esclusivo potere sulla creazione stessa e sull’utilizzo di tali invenzioni, dando loro tutti gli strumenti legali utili per tutelarsi da possibili utilizzi a scopo di lucro da chi non è autorizzato a farlo.
Il processo che consiste nel proibire ad altri di utilizzare o commercializzare la proprietà intellettuale è la tutela dei diritti, ovvero la previsione di misure civili, amministrative e penali che prevengono l’uso non autorizzato della proprietà intellettuale, fornendo rimedi ai titolari dei diritti per i danni causati da usi non autorizzati.
Infatti l’uso non autorizzato dei diritti di proprietà intellettuale causa perdite importanti al settore ed è per questo che le misure di tutela sono fondamentali affinché i titolari abbiano la giusta ricompensa, merito del proprio ingegno.
La tutela dei frutti dell’inventiva è un modo validissimo di accrescere il progresso, metodo alternativo ma efficace per creare ricchezza, crescita economica e, di conseguenza, incrementare anche l’occupazione, salvaguardando parallelamente l’inventiva e i suoi conseguenti frutti.
È importante proteggere e tutelare anche a livello internazionale un’idea nuova, scegliendo un processo di continuo sviluppo e ricerca creando così anche un vantaggio competitivo.
Per tutelare al meglio la proprietà intellettuale è sempre bene registrarla o brevettarla.
Prima di procedere alla registrazione di un marchio, di un brevetto o di un qualsiasi altro frutto dell’inventiva bisogna, però, verificare che tale creazione rispetti tutti i requisiti di legge, controllare che non ci sia già un marchio simile o uguale e accertarsi che tale marchio non abbia caratteristiche negative.
Solo dopo aver fatto tutte le dovute verifiche si può, attraverso una apposita richiesta, registrare il marchio, meglio ancora ancora affidandosi a professionisti competenti.
Bisogna scegliere un’adeguata forma di protezione della creazione intellettuale altrimenti si lascia campo libero a terzi di copiare e contraffare la propria idea.
Infatti la protezione della proprietà intellettuale ha come caratteristica principale quella di garantire all’inventore tutti i profitti derivanti da tale invenzione.
Possibili atti di violazione della proprietà intellettuale sono la pirateria, cioè la riproduzione non autorizzata di copie, di opere protette da diritto d’autore (film, libri) o la contraffazione, cioè la riproduzione non autorizzata di un prodotto non originale.
In quale fase di sviluppo di una startup ci si dovrebbe occupare di proteggere l’intellectual property?
Avviare una startup richiede sempre spirito di sacrificio e rischio.
La capacità di riconoscere e gestire il valore della proprietà intellettuale è fondamentale per garantire alla startup possibilità di sopravvivere.
La proprietà intellettuale deve essere considerata, a tal proposito, uno strumento di business da integrarsi a tutti gli altri strumenti strategici dell’impresa.
La tutela e la valorizzazione della proprietà intellettuale sono, infatti, assolutamente necessarie per il raggiungimento degli obiettivi del progetto imprenditoriale.
Quindi, saper gestire e tutelare la proprietà intellettuale risulta fondamentale sin dall’inizio della nascita di un nuovo progetto imprenditoriale, ovvero in quella che definiamo fase pre-seed, cioè nel momento in cui viene concepita una business idea.
In fase di startup è fondamentale, inoltre, una tempistica rapida di sviluppo ma assolutamente funzionale e un corretto approccio dell’idea stessa al mercato di riferimento.
Come già accennato poc’anzi, bisogna preliminarmente capire cosa brevettare partendo dall’assunto che un’invenzione, per essere considerata brevettabile, deve consistere nella soluzione nuova e inventiva di un problema tecnico, meritando così di essere brevettata una qualsiasi invenzione che potenzialmente possa portare a un prodotto o servizio dalle migliori prestazioni rispetto ad altri beni già presenti sul mercato, oppure sia in grado di soddisfare un bisogno non ancora espresso o espresso solo in parte.
In linea di principio sono due i consigli basilari in merito alla tempistica di brevettazione:
- depositare la domanda di brevetto prima di qualunque tipo di divulgazione, per non inficiare il requisito di novità del brevetto;
- depositare la domanda immediatamente dopo aver ideato l’invenzione, in modo da assicurarsi il primato tecnologico.
Quali sono i modi per blindare la propria idea, nella fase di intellectual property?
Premettendo che l’ordinamento giuridico garantisce piena protezione dell’intellectual property solo al verificarsi simultaneo di una serie di condizioni che vedremo in seguito, ovvero la novità, la liceità, l’industriabilità, e la non contrarietà al buon costume, analizziamo seppur brevemente e per cenni le forme di protezione atte a blindare la propria idea.
Le forme di protezione rientranti tra quella che viene comprensivamente considerata come Proprietà Intellettuale sono:
- i brevetti per invenzione industriale, definiti come le forme di protezione di una soluzione tecnica nuova e originale a un problema tecnico, con una durata pari a vent’anni dalla data di deposito.
- i brevetti per modello di utilità, che però non sono previsti in tutti i Paesi, ovvero nuovi modelli atti a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego di macchine o parti di esse, strumenti, utensili ovvero oggetti di uso in genere, quali i nuovi modelli consistenti in particolari conformazioni, disposizioni, configurazioni o combinazioni di parti, con una durata più limitata pari a dieci anni dalla data del deposito. In questo, come nel caso precedente, il brevetto una volta scaduto non può essere rinnovato. Alla scadenza, pertanto, il prodotto entrerà in dominio pubblico e chiunque potrà usare e produrre quanto protetto fino a quel momento.
- i marchi d’impresa ovvero un segno usato per distinguere i propri prodotti/servizi da quelli della concorrenza.
- i disegni o modelli industriali definiti come l’aspetto dell’intero prodotto o di una sua parte quale risulta dalle caratteristiche delle linee, dei contorni, dei colori, della forma, della struttura superficiale e/o dei materiali del prodotto stesso e/o del suo ornamento.
In generale, un titolo di Proprietà Intellettuale rappresenta un contratto tra lo Stato e il suo titolare, la cui logica di fondo prevede che lo Stato concede al suo titolare l’esclusività di sfruttamento economico, limitato nel tempo e al territorio dello Stato, in cambio di un pagamento di tasse governative.
In virtù di tale contratto, il titolare ha il diritto territoriale esclusivo di realizzare l’oggetto del titolo, di disporne e di farne oggetto di commercio, nonché di vietare a terzi di produrlo, usarlo, metterlo in commercio, venderlo o importarlo.
Non tutte le invenzioni sono però brevettabili, ma solo quelle che rispettano i seguenti requisiti, indicati come requisiti di brevettabilità:
- novità – l’invenzione non deve essere compresa nello stato della tecnica nota e non deve essere divulgata o resa nota al pubblico in Italia e all’estero. Per stato della tecnica si intende tutto ciò che sia accessibile al pubblico nel territorio dello Stato o all’estero, prima della data di deposito della domanda di brevetto, mediante una descrizione scritta od orale, una utilizzazione o qualsiasi altro mezzo. L’indipendenza del carattere di novità da limiti territoriali e di tempo lo rende un requisito oggettivo e assoluto.
- attività inventiva – l’invenzione deve essere frutto di uno sforzo creativo che va oltre alla normale evoluzione della tecnica. Sostanzialmente, un’invenzione implica attività inventiva se per una persona esperta del ramo essa non risulta in modo evidente dallo stato della tecnica.
- applicazione industriale – l’invenzione deve poter essere oggetto di fabbricazione o avere un’applicazione industriale, ovvero l’invenzione deve essere tale da garantire la ripetibilità del processo di fabbricazione per un numero non finito di volte con risultati costanti.
- liceità – l’invenzione non deve essere contraria all’ordine pubblico e al buon costume.
Accanto ai requisiti, si ricorda che il documento che descrive un’invenzione deve soddisfare anche le seguenti condizioni:
- sufficiente descrizione – l’invenzione deve essere descritta in modo sufficientemente chiaro e completo perché ogni persona esperta del ramo possa attuarla, pena il rigetto della domanda o, in caso di concessione, la nullità del brevetto;
- unicità dell’invenzione – ogni domanda deve avere per oggetto una sola invenzione, pena la nullità del brevetto.
Altro metodo molto efficace per tutelare un’idea è la stipula di un contratto di know-how, ovvero un accordo di segretezza tra due parti: inventore dell’idea e chi la riceve.
In sintesi il titolare dell’idea mostra al possibile fruitore l’idea per commercializzarne i risultati e l’acquirente, spesso un’azienda, valuta l’idea. Se la ritiene valida dal punto di vista economico fa una offerta per acquistarla, dando la sua parola, di non rivelarne i contenuti a terzi.
Non perderti i prossimi aggiornamenti sugli aspetti legali correlati all’apertura e gestione della tua startup!
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