Addio al posto fisso? In Italia il trend del lavoro autonomo è in forte crescita, vediamo in aumento imprenditori e startupper.
In questo articolo, parlerò proprio di questo argomento, il posto fisso, soffermandomi anche su una startup che è arrivata al successo proprio sfruttando questa tendenza e dando una risposta a un problema sorto negli ultimi mesi: l’alto tasso di turnover aziendale.
Addio al posto fisso? Il caso Italia
Addio al posto fisso? In Italia i desideri dei lavoratori, in tal senso, stanno cambiando rapidamente. Teniamo ben presente che il nostro paese ha la percentuale di lavoratori autonomi più alta d’Europa (21,4% contro una media del continente che si attesta intorno al 14,3%). Si tratta di un vero e proprio esercito composto da più di 5 milioni di persone!
Ad influire su questa tendenza relativa al posto fisso c’è sicuramente ciò che è successo durante la pandemia da Covid-19. Tutto ciò ci fa capire come in Italia ci sia una maturità diversa. D’altronde il mito del posto fisso deve fare i conti con l’instabilità e anche grandi colossi sono costretti a licenziamenti e casse integrazioni, per cui, sempre più persone stanno decidendo di puntare esclusivamente sulle proprie forze
Il trend lavorativo dei giovani
A sorprendere è il fatto che ad essere affascinati dal posto fisso siano i più giovani. L’81% dei giovani tra i 18-24 lo vogliono, un controsenso se si pensa che in Italia è in corso una consistente crescita dell’ecosistema startup.
È logico pensare che i giovani siano attratti da questo mondo e invece c’è ancora tanta reticenza. Stranamente si va in controtendenza. D’altronde, fare l’imprenditore è un’attività senz’altro rischiosa perché porta a mettere in gioco risorse e lasciare la propria zona di comfort. Fare startup è ancora più complesso (non dimentichiamo che il 90% di esse falliscono) e questo, probabilmente spaventa.
Addio al posto fisso: guarda anche il mio video sull’argomento
Boom del turnover aziendale
Dati alla mano, si è portati a pensare che, crescendo, le persone siano sempre meno affascinate dalla stabilità. A pagarne le conseguenze sono (anche) le aziende, costrette a fare i conti con il turnover e i suoi costi. Un articolo de Il Sole 24 Ore ha sottolineato come tra il 2021 e il 2022 ben il 69% delle organizzazioni hanno registrato l’aumento del tasso di turnover, in particolare per mansioni legate al digitale.
I dati di Confindustria rilevano, altresì, che il turnover è decisamente più alto nelle imprese dei servizi (22,8%) rispetto all’industria (18,5%) e incide soprattutto nelle imprese piccole (21,2% nelle imprese con meno di 15 addetti mentre è 19,7% e 20,3%, rispettivamente in quelle medie e grandi).
“Le grandi dimissioni”
A mettere in difficoltà le aziende c’è anche il boom di quello che negli Stati uniti è noto come “Great resignation”, le grandi dimissioni. Un fenomeno che, pur non nella stessa portata, si sta facendo largo anche in Italia. Il Ministero del Lavoro ha rilasciato dati molto più che eloquenti.
Nei primi 9 mesi del 2022 sono stati ben 1,6 milioni i lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni, il 22% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno. Alla base, più che questioni economiche, c’è la ricerca di un lavoro più agile.
Turnover, Ethilix e la risposta al problema
Le possibilità di successo di una startup sono direttamente proporzionali alle capacità di proporre un prodotto o servizio in grado di dare soluzioni concrete a un problema reale. Ethilix ha senz’altro avuto questa capacità.
La startup, fuoriuscita dal programma di pre-accelerazione, il Pay4Growth®, ha sviluppato uno strumento in grado di prevenire il turnover aziendale, monitorare la soddisfazione dei dipendenti, fare incontrare esigenze di aziende e lavoratori così da dare vita a un rapporto duraturo e di successo.
L’algoritmo sviluppato dalla startup, nata a Busto Arsizio, grazie ai giovani Luca Pinoli, Stefano Trinca e Nicole Curioni , offre anche un grande vantaggio: un consistente risparmio di tempo nel controllo dei vari curriculum. Ethilix, infatti, mostra
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