Qual è il business plan crowdfunding perfetto? Qui vi raccontiamo anche la nostra esperienza di successo dedicata alla nostra campagna di equity crowdfunding.
Nel momento in cui andiamo a sviluppare un piano aziendale dobbiamo innanzitutto capire chi è il nostro interlocutore tipo. Quando andiamo a lavorare su una campagna di crowdfunding ci troviamo di fronte, tendenzialmente, ad investitori che sono persone comuni.
Di conseguenza, il nostro stile di comunicazione dovrà essere differente rispetto a quello adottato nel caso dovessimo trovarci di fronte, ad esempio, a un fondo. Ma andiamo ad approfondire meglio l’argomento.
Business plan crowdfunding: cosa sapere
Il 70% degli investitori nelle campagne di crowdfunding si ferma ad osservare video e landing page. Ciò significa che coloro che vanno ad approfondire i dati sulle start up su cui vanno ad investire sono appena il 30%.
Cosa significa? Vuol dire che la comunicazione in una campagna di crowdfunding è tutto: comunicare in maniera efficace significa moltiplicare le possibilità di chiudere al meglio il round di finanziamento.
Il visual in un business plan crowdfunding, insomma, è fondamentale. Un business plan per crowdfunding non sarà dunque un documento di 100 pagine scritte in word, ma saranno sviluppate con tante infografiche.
Se hai dubbi, puoi ottenere degli ottimi consigli leggendo questo articolo su come iniziare una campagna di equity crowdfunding.
Quali sono le principali aree da sviluppare?
Un business plan tradizionale va generalmente dalle 70 alle 100 pagine, in alcuni casi può allungarsi fino alle 120 (moltissime delle quali con contenuti testuali). Un business plan crowdfunding, invece, è formato da 15/30 slides: vediamo quali informazioni inserire.
- chi siamo: l’azienda, dove vogliamo arrivare, qual è la traction. Quindi, in questo senso, parliamo di cosa abbiamo fatto, delle metriche e degli obiettivi. Curare quest’area è importante, perché infondiamo subito fiducia in chi ci legge.
- la pre money valuation: quanto vale la nostra start up, qual è l’entità del round e quindi dell’equity che vogliamo raccogliere? Parlando del caso italiano, la media delle quote che vengono immesse sul mercato è di 11.8 e le pre money, tendenzialmente, vanno dai 2 milioni a salire. Per approfondire l’argomento ti invito a dare uno sguardo al mio articolo sulla pre money valuation.
- il team: descrivere il team. Chi siamo, quali sono le competenze su cui possiamo contare. In questo ambito va inserito, nel caso ci sia, i track record.
- il mercato di riferimento: qual è la quota di mercato che vogliamo aggredire rispetto al totale del mercato? È importante calcolare e comunicare TAM, SAM e SOM.
- il prodotto: qual è il prodotto o servizio che andiamo a immettere sul mercato. Occorre essere molto semplici e diretti, far capire, quindi, ai potenziali investitori in che modo andiamo a dare valore al mercato.
- infografiche utili: alcune riviste, quotidiani, siti internet hanno parlato di noi? È importante comunicarlo! Ciò aumenterà la nostra credibilità. Lo stesso vale per dati come il piano economico finanziario a 5 anni (redatto in maniera molto semplice) che faccia capire dove siamo e dove vogliamo arrivare. Tramite il piano economico finanziario l’investitore può rendersi immediatamente conto di quanto la start up può crescere e, di conseguenza, quanto il suo investimento potrà rendere ( in particolare, quale sarà il moltiplicatore in caso di exit al quinto anno).
- le modalità di exit: anche questa area non è da trascurare, anzi! Quali sono le modalità con cui la start up vogliamo cedere le quote della nostra start up: vogliamo quotarci in borsa? Vogliamo vendere a un grande gruppo, quindi sono le modalità attraverso le quali il finanziamento rientrerà dall’investimento.
- il piano Marketing: importantissimo, insieme all’analisi dei competitor, per capire in che modo vogliamo posizionarci sul mercato.
- marchi&brevetti: infine, la proprietà intellettuale. Esplicitare la presenza di marchi registrati, brevetti etc. e tutto ciò che ci possa proteggere nel momento in cui andiamo sul mercato.
Vuoi scoprire i temi chiave del business plan crowdfunding nel dettaglio? Guarda il video!
Business plan crowdfunding: ulteriori domande? Contattami!
Abbiamo visto quelli che sono i temi chiave che vengono generalmente affrontati in un business plan crowdfunding. In conclusione, suggerisco una spasmodica attenzione al Tone of Voice del documento, che dovrà essere assolutamente in linea con quello aziendale.
In particolare, il tono all’interno del business plan crowdfunding dovrà essere chiaro e persuasivo, sfruttando i punti di forza della comunicazione aziendale: in questo modo sarà possibile elevare e crescere il tasso di successo della campagna di equity crowdfunding.
Anche io con la mia azienda, Grownnectia, ho fatto una campagna di crowdfunding di successo, andando in overfunding. Qui vi raccontiamo la nostra esperienza sulla campagna di crowdfunding.
Offriamo anche un servizio di campagna di equity crowdfunding.
Al di là del nostro servizio, se vuoi ottenere maggiori informazioni sul business plan dedicato alle campagne di crowdfunding