Hai sentito parlare di Sean Ellis e di Growth Hacking ma non sai esattamente come applicarlo alla tua startup?
Continua a leggere l’articolo per scoprire 7 famosi casi studio di aziende che sono diventate leader mondiali nei loro settori.
Sean Ellis
Innanzi tutto chiariamo chi è Sean Ellis.
Sean Ellis lo possiamo definire come il padre del Growth hacking.
Il suo lavoro ha permesso a molte delle startup in Silicon Valley di crescere.
Dopo aver coniato il concetto di Growth Hacking, l’ha applicato a diverse grandi aziende che tutti conosciamo e che fanno parte della nostra quotidianità, tra cui Dropbox ed Eventbrite.
Uno dei capolavori di Sean Ellis e che consigliamo tra le letture natalizie è il libro Hacking Growth.
Growth Hacking
Ma che cos’è il Growth Hacking?
Il growth hacking è l’insieme di strategie che portano le aziende a crescere più velocemente con il loro business. L’obiettivo essenziale di questo processo è l’approccio teso ad acquisire il maggior numero di visitatori da trasformare in potenziali clienti, investendo le proprie risorse ed il proprio tempo solo ed esclusivamente negli strumenti che effettivamente possono portare l’azienda al successo in breve tempo.
Il growth hacking declina tutte le strategie di marketing attraverso la crescita rapida, strategie fluide, tecniche capaci di adattarsi e di reinterpretare le azioni in base alle novità.
Casi studio
Caso studio n. 1: Dropbox
Il metodo per acquisire velocemente nuovi clienti sono le adv online. Per quanto sia una tecnica di marketing digitale che riduce i costi rispetto a tv e radio stiamo comunque parlando di grossi investimenti.
Dropbox aveva un enorme problema ovvero ogni nuovo cliente portava 99$ nelle casse dell’azienda, ma per acquisirlo doveva spendere 250, quindi aveva dei costi di acquisizione alti, non sostenibili, problema tipico di molte startup in fase iniziale.
Così i founders hanno pensato di usare il referral, il classico vantaggio dovuto al passaparola che molte aziende usano, che prevede un premio se porti un amico. In questo caso, venivano aggiunti 500 MB di spazio agli attuali clienti se ne portavano altri.
Una soluzione semplice che ha permesso in soli 15 mesi di portare Dropbox da 100.000 iscritti a 4 milioni.
Caso studio n. 2: PayPal
PayPal è il sistema di pagamento ormai conosciuto e utilizzato da tutti per inviare e ricevere denaro online.
Come ha fatto Paypal a passare da 1 milione di utenti a 5 milioni in un anno?
Dando un incentivo, ad ogni iscrizione PayPal regalava 20 dollari di donazione, poi ridotta man mano che l’azienda cresceva fino a non aver più bisogno di regalare niente.
Quante aziende ormai usano questo trucchetto? Dal food delivery al fashion vediamo sconti e incentivi come percentuali di sconto, omaggi e spedizioni gratuite.
Caso studio n. 3: PicMonkey
Anche i fondatori di PicMonkey, famosa app di photo editing, hanno avuto un’idea geniale proponendo una versione gratuita con filtri e opzioni di base del loro prodotto e una versione completa che costava 4,99$.
I guadagni sono cresciuti di circa il 40% all’anno. Strategia quindi che ha funzionato perfettamente.
Caso studio n. 4: Airbnb
Airbnb non ha di certo bisogno di presentazioni. All’epoca però avevano bisogno di crescere, e per crescere servivano nuovi clienti, ma dove trovarli?
Utilizzarono Craiglist, il più importante portale di annunci degli Stati Uniti.
Nel form, che ogni suo nuovo utente doveva compilare per inserire la propria casa sulla piattaforma, diede l’opzione di poter automaticamente inserire l’annuncio anche su Craiglist, canale molto noto e di una certa autorevolezza.
A questo punto i programmatori di Airbnb si sono messi al lavoro per permettere ai loro utenti di pubblicare gli annunci direttamente su Craiglist, nonostante l’assenza di API aperte.
Un caso abbastanza “border line”, ma il growth hacking è anche di questo.
Questa vicenda permise a Craiglist di scoprire un difetto nel loro sistema, adesso nessun hacker potrebbe fare quello che fece AirBNB.
Ma il concetto è chiaro, i ragazzi hanno studiato un modo per “ingannare il sistema”.
Caso studio n. 5: Hubspot
Hubspot è un software di Inbound Marketing. Come è diventato uno dei più noti e utilizzati dalle aziende di tutto il mondo?
Loro hanno investito nella creazione di contenuti di valore sotto forma di blog post, eBook, pdf gratuiti e webinar per insegnare qualcosa in più alle persone sul marketing e sulle vendite.
Caso studio n. 6: Tinder
Un altro interessante caso di studio è Tinder, un’app pensata per allargare la rete di conoscenze e fare nuove amicizie.
Tinder sì differenzia per aver preferito usare una strategia offline.
Inizialmente puntava a raggiungere single interessati a fare nuovi incontri e amanti della tecnologia. Hanno quindi pensato bene che l’università fosse il luogo perfetto per organizzare delle feste in cui per entrare bisognava scaricare l’app.
Grazie a questa semplice strategia sono riusciti a crescere velocemente e a diventare l’app numero uno di incontri e tra le app più scaricate.
Caso studio n. 7: Buzzfeed
Buzzfeed è una società di media che pubblica contenuti interessanti tra cui notizie sui social e di intrattenimento.
Magari il nome non vi dice nulla, ma i suoi contenuti sì. Ricordate il post in cui chiedevano ai loro utenti di indovinare il vero colore dell’abito nell’immagine? C’era chi lo vedeva bianco e dorato e chi nero e blu.
Per diventare virali hanno studiato il comportamento degli utenti per quanto riguarda la condivisione dei contenuti, come si diffondono le storie e cosa rende i contenuti coinvolgenti.
Nel corso degli anni, Buzzfeed ha evoluto i suoi contenuti, seguendo i cambiamenti di Internet, seguendo strategie di instant marketing con un continuo lavoro incentrato sul capire cosa fa cliccare le persone e cosa influenza la condivisione social.
Vuoi sapere di più sulle strategie di growth Hacking?
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