Il mio articolo di oggi è incentrato su un argomento che sta a cuore a molti startupper: come fare un business plan?
Al Piano Aziendale abbiamo già dedicato diverso spazio, proprio in virtù della sua importanza: adesso, però, entriamo nel dettaglio della questione.
Come fare un business plan: cosa sapere
Quando andiamo a presentare il nostro progetto agli investitori dobbiamo essere abbastanza autorevoli per poter convincerli a puntare su di noi. Come fare? Con un business plan efficace!
Ma in che modo?
Sicuramente, se non si hanno in casa le diverse competenze in gioco, è bene rivolgersi ad un advisor in grado di compilare in maniera eccellente tutte le varie parti del piano aziendale. Ed eccoci ad un altro punto focale:
Da cosa è composto un business plan?
Innanzitutto, un business plan deve rappresentare il nostro team: le nostre esperienze, il nostro track record, le nostre soft skills. In breve, tutte quelle informazioni che riescono a far da sponda a credibilità e autorevolezza del progetto. In questo senso, i potenziali investitori devono convincersi che il team sia abbastanza forte e preparato da rendere l’idea di business un prodotto o servizio di successo.
Successivamente, sarà importante rendere chiaro il mercato di riferimento, far trasparire che c’è un mercato importante a cui poter ambire. Parleremo, quindi, di TAM, SAM, SOM: qual è il mercato globale di riferimento; qual è la parte di mercato su cui la start up lavorerà; qual è la percentuale che vogliamo aggredire.
Altra parte importante di un business plan è rappresentata dalle strategie di marketing: come e dove andremo a posizionare la nostra start up, in che modo cresceremo, in che modo conquisteremo e fidelizzeremo clienti. Il tutto facendo uso di metriche autorevoli: questo è un punto cruciale, su cui cadono molti startupper.
E siamo al quarto punto su come fare un business plan: il piano economico finanziario (qui un esempio di piano finanziario). Dovremo essere bravi a indicare lo sviluppo futuro della start up in un lasso di tempo che varia a seconda della fase di vita di una start up.
Una start up in fase pre seed avrà un outlook annuale, un’azienda più matura, in early stage, potrà guardare ad un orizzonte più ampio, fino a 5 anni. Ne approfitto per sottolineare che, in base all’età di una start up, cambia anche la tipologia di investitore a cui ci si rivolge.
Mission e Vision – come fare un business plan: dobbiamo saper raccontare, dove la nostra start up vuole arrivare nel lungo termine, ossia: lungo il nostro percorso, cosa vediamo all’orizzonte? La mission, invece, si riferisce al percorso quotidiano, al modo in cui arriveremo all’orizzonte disegnato dalla vision.
Il piano organizzativo è un altro capitolo importante su come fare un business plan.
Quando ci si chiede come fare un business plan non si può non far riferimento all’execution, al modo in cui vogliamo strutturare al meglio le fasi di sviluppo della start up.
La value proposition altro aspetto fondamentale su come fare un business plan: qui parleremo del nostro prodotto e servizio e della nostra proposta di valore. In cosa ci distinguiamo dai nostri competitor? Perché i clienti devono scegliere la nostra proposta e non quella dei concorrenti?
La complessità di un Business Plan
Come fare un business plan a prova di investitore o di banca dunque? Puoi ottenere maggiori informazioni guardando questo mio video.
‘https://www.youtube.com/watch?v=4AKZo5x7ijc
Quelli illustrati, comunque, sono solo alcuni dei punti chiave che in un business plan devono essere affrontati, insieme a tantissimi altri aspetti. Ad esempio, sempre all’interno del piano aziendale vanno compilate la Pest Analysis e la Swot Analysis (Swot Analysis cos’è, schema e come compilarlo e qui Analysis of Swot: 5 cose che devi sapere).
- Pest è l’acronimo di political, economic, social and technological e si riferisce ai fattori esterni che possono influenzare il percorso di una organizzazione. Banalmente, possiamo guardare al caso della guerra in Ucraina, che sta influenzando il mercato del grano.
- La Swot Analysis si riferisce ai punti forza e di debolezza di un progetto, insieme a minacce e opportunità.
Attraverso tutti i suoi dati, il business plan deve assolvere a un compito principale: lasciare che il nostro interlocutore abbia chiaro il progetto su cui sta investendo. Ovviamente dovremo fornire anche metriche che indichino in che modo il progetto (e di conseguenza l’investimento) sarà valorizzato.
Una volta che andremo a valorizzare la nostra start up/impresa saremo anche in grado di capire quant’è la quota che immettiamo sul mercato. Un dato importantissimo che fa parte delle metriche di valutazione degli investitori.
Qui il nostro servizio dedicato sul business plan. Siamo, felici di poterlo dire, siamo ormai diventati un player del settore con i nostri advisor e con i nostri risultati.
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