La figura del mentor startup sta diventando sempre più importante nell’ecosistema fragile e delicato delle startup.
Gli startupper non sempre comprendono totalmente la complessità di questo mondo; per questo possono essere d’aiuto delle figure esperte in grado di fare da guida, indirizzare il team nella giusta direzione e favorire la strutturazione e la crescita della startup.
Ma che cosa fa un mentor per startup? Tutti possono diventarlo? Se vuoi sapere quali sono i suoi compiti e quali sono le forme di remunerazione, continua a leggere il nostro approfondimento.
Mentor startup: chi è e chi può diventarlo?
Il mentor startup è una guida che affianca lo startupper nel percorso di sviluppo e crescita del suo progetto di business.
Si tratta di un professionista che possiede una serie di competenze, derivanti da anni di esperienza nel campo imprenditoriale.
Di solito, infatti, fa parte di un network di imprenditori, mentor, business angel, startupper, e vanta conoscenze di rilievo nel settore, così da essere in grado di agevolare la crescita delle startup che segue.
Può diventare un mentor per startup chiunque abbia un solido background imprenditoriale o manageriale. I mentor sono figure con una certa seniority; infatti, raramente hanno meno di 35 anni.
Spesso, investono in diverse startup, sono attivi nel settore e, alcuni, hanno anche exit alle spalle.
Non bisogna, però, confondere il mentor con il business angel, il quale, invece, ha come principale obiettivo quello di diventare parte attiva di una startup investendo la sua liquidità.
La soddisfazione nel trasmettere le proprie conoscenze e mettere la propria esperienza al servizio di altri startupper meritevoli è sicuramente l’aspetto più importante per chi svolge questo lavoro.
A questo si aggiunge la possibilità di inserire il mentoring tra le proprie skills e l’opportunità di fare networking con altri startupper e altri mentor, ampliando le proprie conoscenze.
I compiti di un mentor startup
Un mentor startup ha il compito di agire da mediatore tra la startup che segue e il mondo imprenditoriale.
Il suo principale obiettivo è quello di facilitare l’innovazione e la crescita del business attraverso una guida discreta, dispensando consigli e favorendo riflessioni costruttive, basate sulle sue esperienze pregresse.
Ha regolari contatti con il team della startup, fornendo una visione più ampia delle strategie e dei processi impiegati dagli startupper.
Oltre all’aspetto strategico, prende parte anche alle decisioni più tecniche come la definizione di un modello di business efficace, la stesura del business plan, la creazione del pitch, oltre dare un supporto ancor più efficace nel suo ambito di riferimento.
Ad esempio, un mentor potrebbe essere un esperto di uno specifico settore, oppure avere competenze tecniche importanti in una determinata branca del marketing, e lo startupper può sfruttare tutte queste conoscenze a suo vantaggio.
Il suo compito, però, non si conclude qui. Infatti, un mentor per startup deve essere in grado di riconoscere i momenti difficili e motivare gli startupper a superarli e andare avanti verso i propri obiettivi, esattamente come, molto probabilmente, sarà capitato a lui durante la sua carriera.
Quanto guadagna un mentor?
Un mentor startup può svolgere questa attività a titolo gratuito o a pagamento.
In alcune situazioni, la figura del mentor è retribuita attraverso la forma del work for equity e, in questo caso, il compenso è variabile. Il meccanismo consiste nel pagare il mentoring cedendo quote o azioni della società.
Sia nel caso di mentoring gratuito che retribuito, una volta concluso il percorso, il mentor può instaurare un rapporto duraturo con le startup che segue, fornendo servizi consulenziali a pagamento.
Vorresti saperne di più su come diventare un mentor?
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