L’equity crowdfunding Italia si è sviluppato sempre più come forma di fund raising per startup negli ultimi anni. In Italia, come all’estero dunque si sono affinate tecniche per svolgere campagne di crowdfunding sempre più efficaci.
Il giusto impiego di questo strumento di finanziamento e la programmazione finanziaria che necessariamente ne consegue, consentono a founder e CEO di far decollare il loro business.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati da una campagna di equity crowdfunding Italia, è fortemente consigliato rispettare alcuni step fondamentali. Ma non basta.
La gestione della raccolta fondi però non è un’attività fine a sé stessa. Poiché è ovvio che, col passare del tempo, entrino in gioco fattori dovuti alla crescita della tua startup.
Andiamo quindi adesso a fare un focus su cosa accade esattamente dopo la campagna di equity crowdfunding Italia, prendendo spunto dagli ultimi dati a disposizione riguardanti il nostro paese.
Equity crowdfunding Italia, il boom del 2021
Nell’interezza delle somme coinvolte in campagne di equity crowdfunding Italia, il 2021 ha rappresentato un vero boom. Ciò sottolinea una crescita stabile negli anni, che consolida l’importanza di questo strumento per gli startupper anche in ottica futura.
I dati, considerato pure il periodo di pandemia, forniti da CrowdfundingBuzz, attestano infatti che la raccolta di capitali nel 2021 ha superato gli 87 milioni di euro, rispetto ai circa 40 milioni del 2020. Di conseguenza è aumentato anche il numero di campagne effettuate a livello italiano: i dati attualmente a disposizione parlano di un aumento del 172% rispetto all’anno precedente.
Deciso anche l’aumento del tasso di successo delle campagne che raggiunge il 90%.
Per avere però un quadro più chiaro su quale possa essere il futuro post-campagna per startupper e investitori andiamo adesso a trarre alcune conclusioni basate sui dati del recente passato.
Equity crowdfunding Italia, cosa succede dopo la campagna?
Qual è il futuro delle società che hanno condotto una campagna di equity crowdfunding?
Le startup innovative, come dicevamo, sono sempre più attratte da questa forma di finanziamento e gli investitori sono a loro volta in cerca di nuovi progetti d’impresa vincenti.
Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi non è assicurato per tutte le startup. Esistono casi di aumento notevole di fatturato come di mancanza di raggiungimento degli obiettivi del business plan iniziale.
I dati di metà 2020 forniti dall’ Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano possono fornirci un quadro degli sviluppi a seguito delle campagne di equity crowdfunding Italia avvenute nel recente passato.
Dai dati fotografati in quel periodo emerge che dalle 547 società coinvolte in una campagna, 38 avevano ancora un’iniziativa in corso. Allo stesso tempo però è interessante vedere i dati precisi a disposizione sulle rimanenti 509.
Gli esiti evidenziati sono:
- 71% di società che hanno concluso la campagna con successo
- 29% di casi di società che non son riuscite a raggiungere gli obiettivi della campagna
Cosa succede a chi conclude la campagna di crowdfunding con successo
Soffermandoci temporaneamente sulle società che hanno concluso la campagna con successo troviamo:
- un 84% di società ancora attive al momento della raccolta dei dati
- un 8% di società che sono andate avanti spedite lanciando anche altre campagne con successo
In questo gruppo, si trovano anche alcune casistiche in percentuali minori. È il caso di società in liquidazione, società che hanno proseguito lo sviluppo puntando su una quotazione in borsa e società oggetto di fusioni o acquisizioni.
Infine, ci sono casi di società che hanno avuto progetti immobili liquidati, che hanno avuto aumenti di capitale riservati, altre che hanno chiuso seconde campagne senza successo o impegnate nelle medesime al momento del report.
Cosa succede in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati
Affidandoci sempre ai dati dell’anno scorso, relativi al 5° report sul Crowdinvesting, vediamo un quadro comunque confortante anche in questo gruppo di società.
Infatti, delle 149 società che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati dalla loro prima campagna:
- l’81% è ancora attiva
- 2 di loro chiuso con successo il loro secondo tentativo di raccolta fondi.
La quota rimanente, riguardante il 17% delle società in questo gruppo appare invece in liquidazione al momento del report.
Cosa ci dicono i dati sull’equity crowdfunding?
Questi dati, assolutamente parziali e sempre in evoluzione, sottolineano l’efficacia di questo strumento. Infatti, fra le società che hanno concluso con successo la prima campagna di equity crowdfunding Italia si assiste a una conferma della sostenibilità del progetto di business.
In pratica, soltanto 9 società sono risultate in liquidazione al momento del report citato. Per quanto invece concerne le società che non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi della campagna abbiamo un quadro frammentato.
Infatti, il fallimento di un primo tentativo può essere semplicemente dovuto a errori di poco conto e non riguardanti la validità dell’idea di business. Come in ogni frangente, quando si ha a che fare con potenziali investitori, può essere la comunicazione, infatti, a fare la differenza.
Tuttavia, lato investitore è bene sapere che un investimento in una di queste startup al secondo tentativo di crowdfunding può portare maggiori rischi.
Dato che sottolinea l’importanza, per chi si occupa di un progetto di business come una startup, di puntare a raggiungere gli obiettivi immediatamente al primo giro di posta.
Per approfondire il tema e saperne di più su come evitare insuccessi nelle fasi iniziali, proponiamo questa lettura sulla costruzione di una campagna di crowdfunding di successo.
Noi stessi siamo stati gli autori di una campagna di raccolta fondi di successo, andando in overfunding già durante il primo giorno. Qui la nostra storia.
Se anche tu vuoi raggiungere i nostri stessi risultati