In questo articolo parliamo di terza missione.
Forse ne avrai già sentito parlare. Si tratta di una serie di strumenti che le Università mettono in campo al fine di promuovere la ricerca. Ma andiamo a vedere meglio di cosa si tratta nei prossimi paragrafi. Buona lettura!
Cos’è la terza missione
La terza missione è l’insieme di tutte le attività che le Università promuovono con l’obiettivo di stimolare la Ricerca, portarla dal punto di vista sociale, economico ed imprenditoriale all’interno del tessuto produttivo.
Ma come viene implementata? Sicuramente entra in gioco quello che è il trasferimento tecnologico, così come l’open innovation. Ma, per capire meglio questo aspetto, non si può non far riferimento ai distretti universitari. nel prossimo paragrafo parlerò proprio di questo aspetto.
La storia della terza missione
Come vedremo più avanti, di terza missione (almeno con riferimento all’ambito italiano) si è cominciato a parlare solo di recente. Ma quali sono le altre due missioni?
- Prima Missione: Insegnamento – Questa è la missione principale delle università, che consiste nell’offrire istruzione e formazione agli studenti attraverso corsi, programmi di laurea e diplomi.
- Seconda Missione: Ricerca – Le università conducono attività di ricerca per contribuire alla scoperta di nuove conoscenze, all’avanzamento scientifico e al progresso tecnologico.
- Terza Missione: Impegno con la Società – Questa missione si concentra sul trasferimento di conoscenze e competenze al di fuori dell’ambiente accademico. Questo coinvolge l’interazione con la comunità, le imprese, le istituzioni pubbliche e altre organizzazioni, al fine di condividere le scoperte accademiche, promuovere l’innovazione, affrontare le sfide sociali e contribuire allo sviluppo economico
La terza missione universitaria, dunque, rappresenta un’importante estensione del ruolo delle università nella società. Essa va oltre l’insegnamento e la ricerca e vuole avere un impatto positivo sul mondo circostante
I distretti universitari (il PoliHub)
Il polihub di di Milano, coordinato da Stefano Mainenti, è un’eccellenza in Italia. Questo perché riesce, tramite dei programmi di open innovation, a trasferire tecnologia all’interno di grandi realtà, le quali investono in idee innovative che escono come spin off universitari o come costituzione di startup vere e proprie.
Il modello si basa sull’unione delle esigenze delle grandi imprese con quelle delle startup. Chiaramente, il tutto viene accelerato tramite mentor che riescono a sostenere lo sviluppo veloce di queste idee.
In pochi mesi, si ottengono così sia tecnologia (derivante da ciò che viene all’interno dei processi universitari) e subito un mercato di riferimento che è quello dato dalle aziende che in quel momento vanno ad investire su queste idee.
Terza missione Università: cos’è, esempi e campi applicativi: guarda anche il video
I 3 ambiti su cui va a lavorare la terza missione
Ecco. Questo è senz’altro un modello molto ben funzionante, ma capiamo anche quali sono i 3 ambiti principali su cui va a lavorare la terza missione.
- Il primo è quello di cui abbiamo già parlato, ossia il trasferimento tecnologico.
- L’incubazione permanente è un altro degli ambiti della terza missione. Parlo, in particolare, di crescita continuativa dal punto di vista educazionale.
- Il terzo ambito riguarda l’impatto sociale. Queste startup o questi spin off vanno ad innestarsi all’interno di un tessuto produttivo e sociale, dunque portando valore all’interno del nostro territorio.
La terza missione oggi
Quindi, come possiamo ben vedere, la terza missione oggi ha un ruolo fondamentale, perché riesce proprio a trasportare quella che è la teoria, la Ricerca, lo Sviluppo degli ambienti universitari all’interno dell’economia vera.
Si tratta di un passaggio che, ad oggi, l’università non faceva, ma che in questi anni si cerca sempre più spesso di attuare, al fine di trasformare tutto ciò che è teoria in qualcosa di pratico e di produttivo.
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