Oggi affrontiamo un importante focus: la Silicon Valley Europea. Scopri qui tutti i dettagli che bisogna conoscere.
Ti ricordo che nel precedente avevamo parlato di startup: storie di fallimenti e insegnamenti.
Ma ora continuiamo con il nostro focus di oggi.
Il settore della Deep Technology europea può finalmente tirare un respiro di sollievo grazie all’istituzione di un fondo che mira a sostenere la ricerca sulle tecnologie di base come l’Intelligenza Artificiale, le biotecnologie e l’area medica.
L’obiettivo è quello di portare il livello di innovazione dell’Europa al pari di quello della Cina e degli Stati Uniti, gli attuali leader mondiali.
Ma cosa si intende per Deep Technology e perché è stato necessario trovare un’alternativa al Fondo d’investimento a cui attingono attualmente i venture capitalist?
Silicon Valley Europea: cos’è la Deep Technology
Iniziamo a parlare di Silicon Valley Europea partendo dalla deep technology.
Questo aggettivo è riservato a quelle aziende che si occupano di ricerca e sviluppo in campi particolarmente promettenti. Si dedicano, infatti, a studiare e sviluppare tecnologie che potrebbero realmente portare a cambiamenti radicali per l’umanità; non si limitano quindi a sfruttare tecnologie già sviluppate per proporre al pubblico un prodotto o un servizio simile a quelli già in commercio.
Pensano invece a qualcosa di davvero alternativo, anticipando bisogni e trovando soluzioni alle domande del futuro, assecondando i trend del momento per l’innovazione.
L’obiettivo, infatti, è quello di rafforzare la presenza delle aziende high-tech in Europa per fare da contraltare ai due poli indiscussi di questo settore di mercato: l’USA e la Cina.
Cavalcando l’onda della guerra commerciale tra queste due potenze, i paesi europei potrebbero posizionarsi come allettante alternativa per gli investitori, generando un considerevole afflusso di venture capital verso le nostre aziende.
Perché l’UE punta proprio sulla Deep Technology?
Nel presentare l’idea del fondo europeo, il Commissario per la ricerca e l’innovazione, Jean-Enric Paquet, ha delineato un quadro della situazione degli investimenti europei.
Le aziende, che decidono di investire attraverso la forma del venture capital, generalmente puntano su prodotti o servizi già maturi e pronti da immettere sul mercato.
Raramente si sobbarcano l’onere di sostenere tutta la fase di ricerca e sviluppo che è necessaria e spesso lunga.
Ma senza fondi è impossibile fare ricerca, e senza ricerca l’Europa rimarrà sempre indietro rispetto ai grandi laboratori americani e cinesi.
Così l’UE ha deciso di scommettere sulle capacità e sull’inventiva delle nostre startup, stanziando un fondo da 3,5 miliardi di euro per sviluppare le tecnologie di base. Dando nuova linfa al settore della ricerca e sviluppo, si dà credito a quelle aziende che potrebbero portare a importanti scoperte scientifiche.
Silicon Valley Europea VS Silicon Valley Americana
L’idea americana è improntata sull’aspetto finanziario. La principale differenza tra la Silicon Valley Europea e la Silicon Valley Americana, infatti, consisterà proprio nel principio che muove il progetto.
In America la Silicon Valley californiana ha preso vita grazie a venture capitalist privati e si è sviluppata tanto, perché le aziende che ricevevano gli investimenti riuscivano ad immettere sul mercato i loro prodotti o servizi in poco tempo.
Il guadagno da parte degli investitori quindi non tardava molto ad arrivare, ma i tempi sono cambiati ed è ora di modificare anche il modo di pensare.
Come ha spiegato il Commissario europeo Paquet, è necessario rivitalizzare le basi dello sviluppo per tornare ad essere competitivi in un mercato globale. Creare valore significa attirare più investimenti e di conseguenza più lavoro, creando così una Silicon Valley Europea.
Per dare un’idea di quanto l’UE creda in questo progetto, basta pensare che i 3,5 miliardi che sono stati stanziati per il fondo corrispondono a circa il 10% del totale degli investimenti privati nelle aziende europee nel 2019.
Quando partirà il progetto?
Il nuovo fondo da 3,5 miliardi sarà operativo dal 2021, ma le prime operazioni si svolgeranno già da quest’anno per testare la reazione del mercato.
Durante la fase di monitoraggio infatti, verranno investiti 600 milioni di euro ed entro la fine dell’anno il Consiglio europeo dovrà decidere quanti progetti finanziare, quando il fondo sarà a pieno regime.
È proprio il Consiglio europeo che si occuperà di gestire il fondo. Inizialmente sarà assistito da collaboratori esterni esperti che, in una fase successiva, si occuperanno anche di accompagnare le startup verso la fase di venture capital tradizionale, quando avranno sviluppato dei prodotti da presentare al mercato.
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