Cos’è il Design of Thinking? È un approccio che nasce per sviluppare prodotti e servizi partendo dal cliente. Continua a leggere l’articolo: nei prossimi paragrafi ti guiderò alla scoperta di questo fondamentale argomento, sempre più centrale e decisivo nella vita di una startup.
Design of Thinking: cos’è?
Ti parlo di design thinking, dunque. Un po’ tutti noi abbiamo sentito parlare di questo approccio, un approccio importantissimo e molto utilizzato da chi vuole dare luce a una nuova startup. Ma in che cosa consiste e come funziona?
Bisogna innanzitutto chiarire che è necessario partire dalle persone. Sono loro, infatti, ad essere il driver di questa innovazione. Noi cerchiamo sempre di capire qual è il vero lead della nostra buyer personas, cioè del nostro cliente tipo, al fine di capire qual è il prodotto ideale che noi possiamo andare a proporre. Qui puoi scaricare il template sulle buyer personas.
Quindi abbiamo già la prima nozione: il design of thinking è un approccio che, partendo dal cliente, arriva a fornire il miglior prodotto possibile secondo le esigenze del cliente.
Ma quali sono le fasi che un approccio di questo tipo reca in sé? Te ne parlo nei prossimi paragrafi!
L’empatia
La prima fase riguarda l’empatia. Ovvero, riuscire a capire come empatizzare con il nostro cliente. Esiste proprio un canvas, l’empaty map, attraverso cui andiamo a capire quali sono i desideri del nostro cliente tipo, cosa vede, cosa sente etc. Da lì riusciamo ad identificare al meglio le problematiche che lui ha.
Tutto parte da una challenge. Ossia quando si parla di design of thinking, si inizia da una sfida. In base alla challenge si capisce come andare a sviluppare il customer journey del nostro cliente.
La definizione
Una volta che abbiamo empatizzato con il nostro cliente, possiamo passare alla seconda fase: la definizione della buyer personas. In questo contesto andiamo a definire con un altro canvas, dedicato proprio alla buyer personas, il nostro cliente tipo.
Le idee
E qui entriamo nella terza fase del design of thinking. Come svilupparle? Noi utilizziamo un metodo che, attraverso dei post it, ci consente di scremare quelle che sono le migliori idee, e dunque risposte, alla famosa challenge da cui siamo partiti.
Prototipazione
Nella quarta fase andiamo a realizzare un prototipo della nostra idea. Ci armiamo di scotch, colla, cartone etc. e creiamo dei veri e propri mock up. Il tutto, grazie a strumenti (in questo caso possiamo servirci anche di storyboard) che tipicamente vengono usati a livello di Prototipazione.
Test
Siamo giunti, infine, alla quinta fase, quella del test. Ora andiamo a testare il nostro MVP insieme ai nostri clienti tipo. Andiamo a verificare e vedere, dunque, come essi reagiscono di fronte a questa idea (ricordo, già oggetto di Prototipazione) . L’obiettivo è capire quanto questa idea sia vicina alla risoluzione del problema.
A questo punto si creano dei pivot e delle interazioni continue. Dalle interazioni nascono successive modifiche. Lavorando di cesello, man mano, andiamo a creare il nostro minimum viable product, con il quale atterreremo sul mercato.
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Il Business Model Canvas
È chiaro che, in un progetto di questo tipo, uno degli elementi che viene parecchio utilizzato è il Business Model Canvas, che è un modello che viene utilizzato proprio per andare a definire nel migliore dei modi anche il modello di business con cui questa idea dovrà andare sul mercato.
Diciamo che oggi il Design of Thinking è utilizzatissimo. Associare metodologie come The Lean Startup, consente di andare sul mercato con un investimento minimo, ma potendo massimizzare il rischio di successo e minimizzando, quindi, quello di fallimento.
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